La “Natural Woman” del vino, così soprannominata dal NY Times, si chiama Arianna Occhipinti che a trentatre anni è già entrata di diritto nell’olimpo dei più celebri vigneron del mondo. A decretarne il successo sono stati il coraggio e la determinazione di portare avanti un progetto di vita ambizioso: coltivare 22 ettari di terreno e produrre 130 mila bottiglie di vino l’anno a Vittoria nei pressi di Ragusa. La più influente delle imprenditrici odierne racconta i primi 13 anni di lavoro con queste parole “Sono stati anni in cui mi sono divertita a sperimentare un po’ in produzione ma senza mai abbandonare quelli che per me sono i valori fondamentali del mio lavoro. Sono stati anni di incontri e confronti, di crescita sotto più punti di vista.” E continua “Ho dei bellissimi ricordi di quegli anni, mi sono innamorata del contatto con la terra e il vento, della fatica del lavoro nei campi sotto il sole siciliano mista a incredibile soddisfazione, delle storie e dei sorrisi di tutti coloro che da ogni parte del mondo venivano a visitarci; è stato lì che ho capito che volevo fare vino. E poi fondamentali sono stati i miei genitori: devo ringraziare mio padre per avermi insegnato il significato delle parole “lavoro”, “precisione”, “disciplina” e mia madre per avermi trasmesso coraggio e sicurezza in me stessa.” In lavorazione il suo romanzo dal titolo emblematico “Natural Woman” dove l’agricoltrice, come lei stessa ama definirsi, racconta la sua storia, i sacrifici, le vittorie, il mondo del vino e la scelta di un approccio biologico e naturale. Arianna Occhipinti si dice contenta che molti giovani stiano tornando all’agricoltura e scelgano sempre più spesso tecniche di coltivazione non invasive: un ritorno al passato puntando lo sguardo al futuro scandito da ritmi lenti e dalla continua sperimentazione.